Come trattare la "cellulite"

una nuova tecnica a base di fosfatidilcolina


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Col nome non scientifico di "cellulite" si intendono vari fenomeni, anche diversi tra loro, ma tutti caratterizzati da un aumento della massa grassa superficiale, che provoca un aumento delle volumetrie di fianchi, glutei, coscie, braccia, e ha un caratteristico aspetto a "buccia d'arancia".
Talora l'aumento della massa grassa è semplicemente di natura ereditaria o acquisita, e non ha implicazioni patologiche ma solo estetiche. I canoni moderni di bellezza, infatti, esaltano la donna magra e "soda", mentre in passato non sempre è stato così, come mostra anche il quadro "Le tre Grazie" di Rubens qui a lato.
Talora invece siamo in presenza di una vera e propria patologia, nota come Panniculopatia Edemato Fibro Sclerotica (PEFS), che è un'affezione degenerativa a carattere evolutivo del tessuto sottocutaneo dovuta ad alterazioni della circolazione sanguigna e dei meccanismi di trasporto tramite il sistema linfatico.
La PEFS evolve in tre stadi:

  1. edematosa: caratterizzata dalla presenza di gonfiore dovuto ad accumulo di grasso e acqua nelle cellule; la cute è ancora però tesa ed elastica;
  2. fibrosa: le cellule di grasso rimangono imprigionate nei tessuti circostanti e si formano piccoli noduli che, se non curati, possono evolvere verso lo stadio successivo; l'epidermide inizia ad assumere l'aspetto "a buccia d'arancia"; spesso sono presenti anche capillari dilatati (teleangectasie);
  3. sclerotica: la fibrosi iniziale si ่ trasformata in vera e propria sclerosi dei tessuti, coi noduli che sono cresciuti in dimensione e formano grossi ammassi duri intrappolati nel tessuto.

Chiaramente, occorre una corretta valutazione medica per differenziare le diverse possibili situazioni. In tutti i casi, è possibile, con opportuni trattamenti, ridurre le masse adipose in eccesso e riattivare il microcircolo e l'eliminazione delle scorie adipose. Nei casi di PEFS in terzo stadio, o di ammassi adiposi importanti, sono consigliabili interventi di tipo chirurgico, quali la liposuzione.
Nei casi di PEFS nei primi due stadi, o di masse adipose localizzate, si sta dimostrando molto efficace una nuova metodica iniettiva che fa uso di fosfatidilcolina. La fosfatidilcolina è un fosfolipide di origine naturale (è un derivato della lecitina di soia) usato già da molti anni per via endovenosa per il trattamento delle ipercolesterolemie e del rischio di embolia adiposa.
La metodica viene descritta dalla Dott.ssa Patricia Rittes sulla rivista "Dermatologic Surgery", Aprile 2001, e successivamente ripresa dalla stessa e da altri medici su riviste internazionali. Pur essendo usata da moltissimi medici in molti paesi del mondo, per un totale stimato di centinaia di migliaia di pazienti a tutt'oggi trattati, la fosfatidilcolina è disponibile in Italia solo in forma galenica.
Il protocollo d'uso è il seguente:

  1. Viene effettuata una visita medica e un'accurata anamnesi, ed eventualmente vengono valutati gli esami ematochimici prescritti
  2. È consigliabile non assumere Aspirina (acido acetilsalicilico) o composti similari nè prima nè dopo i trattamenti, per almeno 15 giorni, per la loro azione sulla coagulazione.
  3. Si pratica la seduta iniettiva sulla zona da trattare, che comprende iniezioni multiple nel tessuto adiposo, con aghi piccoli e sottili. Il trattamento non necessita di anestesia locale, eventualmente si può applicare prima del trattamento una crema anestetica per diminuire il dolore di entrata dell'ago nella cute.
  4. Dopo il trattamento ci sono modeste reazioni locali dovute al trauma iniettivo e alla sostanza introdotta. Possono manifestarsi nell'area sottoposta a trattamento una modesta irritazione locale, una sensazione di leggero bruciore e talvolta delle ecchimosi. Nella maggioranza dei casi tali sintomi si risolvono in 2-3 giorni, raramente persistono per più giorni. È possibile riprendere un'intensa attività fisica solo quando è passata l'irritazione. L'esposizione al sole e a lampade è possibile solo dopo almeno 7 giorni.
  5. Dopo il trattamento è utile l'applicazione di una crema lenitiva e l'assunzione di antiossidanti per via orale. Nei giorni successivi al trattamento è consigliabile bere almeno 2 litri d'acqua al giorno, per favorire l'eliminazione delle tossine. Inoltre, in attesa della successiva seduta sono consigliati massaggi linfodrenanti manuali profondi, per ridurre la componente acquosa della sede che si è trattata. La ripresa dell'attività lavorativa è solitamente immediata.
  6. Le sedute successive sono distanziate da 3 a 4 settimane l'una. Si può trattare solamente un'area per seduta. I risultati sono già visibili dopo circa un mese dalla prima seduta. Il numero totale di sedute per area trattata varia di solito da 2 a 4.

Occorre sempre ricordare che qualunque trattamento contro la cellulite ha breve durata se non accompagnato dalla normalizzazione dell'eccesso adiposo tramite dieta e attività fisica.
Pur essendo i trattamenti anti-cellulite con con metodica iniettiva con soluzione di fosfatidilcolina molto efficaci di per se, si consiglia l'abbinamento a sedute di ultrasuonoterapia. Tale associazione dà in genere risultati migliori e più rapidi, mantenendo le caratteristiche di assoluta atossicità e assenza pratica di effetti collaterali.
È controindicato l'uso in caso di gravidanza, allattamento, diabete, malattie autoimmuni, epatopatie gravi, patologie renali gravi, obesità grave, infezioni acute e infezioni croniche a rischio, allergie alla soia o ad altri componenti la soluzione iniettiva, disordini ormonali (in particolare patologie della tiroide), alterazioni della coagulazione.