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che cosa sono, come funzionano, a che cosa servono
Lo strato superficiale della pelle (strato corneo) è composto da oltre 30-40 strati di cellule morte.
La strato più esterno di tali celle si esfolia gradualmente e viene rimpiazzato in
un processo naturale che però rallenta con l'età e con i danni da esposizione solare.
Ciò porta a un accumulo degli strati di cellule morte che rende la pelle amorfa e può
ostruire i pori e talora provocare microrotture.
Il peeling chimico consiste nell'applicazione sulla pelle di una o più sostanze che aggrediscono in
maniera controllata gli strati cutanei superficiali, provocandone l'esfoliazione,
la rigenerazione degli strati epidermici e la stimolazione, in varia misura, della formazione di
neocollagene nel derma. Qui a destra è riportata una figura che mostra i vari componenti
dell'epidermide e del derma.
Il processo di peeling, se lasciato agire sino al livello opportuno di
profondità, produce un processo riparativo capace di rinnovare gli strati dermici interessati,
attenuando o eliminando esiti cicatriziali superficiali da acne, varicella o simili; iperpigmentazioni
quali le lentiggini solari e il melasma; discromie pigmentarie di vario tipo; rugosità superficiali
delle guance e delle regioni perioculari; cheratosi attiniche.
La profondità del peeling dipende dalla sostanza usata e dal tempo di applicazione.
In funzione di tale profondità, i peeling si dividono in:
- molto superficiali: con esfoliazione dello strato corneo dell'epidermide;
- superficiali: viene interessata tutta l'epidermide, sino alla giunzione dermo-epidermica;
- medio-profondi: viene interessato tutto il derma papillare, e la parte superiore del derma reticolare
- profondi: l'aggressione chimica si estende alla parte media del derma reticolare
Maggiore è la profondità del peeling, maggiore è la distruzione e la riparazione cutanea,
e di conseguenza sono ottenibili benefici più ampi, ma è anche più lungo il tempo di recupero,
e più alta la probabilità di complicazioni.
La scelta del tipo di peeling chimico è determinata da varie considerazioni quali il tipo
di problema che si intende trattare e quindi la profondità dello strato da raggiungere, il
fototipo del paziente e le peculiarità regionali della sua cute, l'età, gli eventuali precedenti
trattamenti ecc.
Nello studio si praticano solo peeling superficiali, in quanto i moderni preparati sono comunque molto efficaci.
Essi minimizzano gli effetti di arrossamento e bruciore post-trattamento; inoltre, riducono il tempo di recupero e hanno bassa probabilità
di complicazioni. I peeling medi e profondi, pur avendo un'efficacia maggiore lasciano la pelle arossata, ruvida e dolorante
per tempi anche lunghi, e hanno una probabilità non trascurabile di complicazioni.
Le indicazioni dei peeling superficiali sono:
- aging-fotoaging (rughe sottili, tramatura cutanea);
- iperpigmentazioni (melasma, iperpigmentazioni postinfiammatorie);
- acne e cicatrici postacneiche;
- disordini della cheratizzazione.
Le controindicazioni al peeling sono: infezioni erpetiche, collagenopatie, gravidanza e allattamento.
Ci sono vari tipi di peeling disponibili, in base alle esigenze di trattamento e alle condizioni della pelle del
paziente. Tra essi citiamo i peeling con acido glicolico, tricloroacetico, piruvico, salicilico, mandelico, la
soluzione di Jessner. Vi sono anche peeling composti da sostanze che agiscono in associazione, come lo
Yellow Peel.
A titolo d'esempio, diamo un tipico protocollo di trattamento per peeling superficiale:
- Fase prepeeling: inizia almeno 20 giorni prima del peeling e prevede:
- utilizzo domiciliare di un alfa-idrossi-acido - AHA a basse concentrazioni;
- bilanciamento dell'idratazione della pelle;
- adeguata fotoprotezione;
- eventuale utilizzo di prodotti schiarenti (in caso di ipermelanosi);
- eventuale terapia topica dermatologica.
- Trattamento di peeling: dopo un'accurata ripulitura della zona da trattare con latte detergente, il medico distribuisce il preparato zonalmente con un pennello, e lo rimuove dopo un tempo adeguato. Non c'è necessità di anestesia. La parte trattata è risciacquata con acqua e viene applicata una crema lenitiva.
- Fase di post-peeling immediata: va sino a 3-5 giorni dopo il trattamento. Durante questa fase, la pelle può essere arrossata, con sensazione di prurito o briciore. Tali sensazioni diminuiscono gradualmente, sino al ritorno ad una condizione normale. Occorre applicare una crema emolliente e lenitiva post-peeling 2 volte al giorno.
- Fase di post-peeling o inter-peeling: dopo la fase precedente, eventualmente sino al
peeling successivo. Essa prevede:
- detersione delicata della pelle, senza sfregamenti o abrasioni;
- utilizzo domiciliare di prodotti idratanti e emollienti;
- adeguata fotoprotezione e astensione dall'esposizione a raggi UV;
- utilizzo di AHA a basse concentrazioni;
- fase post-peeling finale e termine del ciclo di trattamento, in cui si fa un'adeguata terapia cosmetologica domiciliare.
I peeling sono effettuati, sino al raggiungimento dell'effetto desiderato, in cicli di più trattamenti, distanziati di 7-30 giorni a seconda del tipo di peeling, del difetto da trattare e delle condizioni del paziente. Si possono effettuare sino a due cicli l'anno, tipicamente in primavera e autunno.